
Ho deciso di scrivere questo articolo per mettere in guardia quelli tra voi che non ne fossero ancora consapevoli rispetto alle conseguenze derivanti dall’uso di smartphone, tablet o videogiochi da parte dei vostri figli. Non mi riferisco tanto ai rischi legati alla navigazione in internet perché sono sicura che siate tutti genitori attenti e che prendiate tutte le precauzioni necessarie. Quello che mi preoccupa è l’effetto negativo che tempi prolungati passati davanti a un qualsiasi tipo di dispositivo video (incluso quindi il televisore) hanno sul corpo, sul cervello, sulle emozioni e sul comportamento di bambini e ragazzi.
Perché è così difficile distogliere bambini e ragazzi da qualsiasi tipo di video?
Come molti di voi avranno notato, qualsiasi tipo di video ha una forte e praticamente irresistibile attrazione sia sugli adulti che, soprattutto, sui bambini. Sembra che ci sia una spiegazione scientifica per questo: i nostri occhi, per motivi legati alle primordiali necessità di sopravvivenza in ambienti ostili, sarebbero geneticamente programmati per seguire i movimenti, in modo da tenere continuamente sotto controllo l’ambiente circostante. Per questo motivo, qualsiasi video in funzione attrae la nostra attenzione persino se non siamo minimamente interessati a ciò che vi si svolge. Un’altra ragione di questo effetto calamita sembrerebbe essere la velocità con cui le immagini cambiano, che ci fa stare con gli occhi incollati allo schermo perché le informazioni si presentano ad una rapidità superiore a quella in cui i nostri occhi e cervello sono in grado di elaborarle.
Per quanto riguarda i videogiochi in particolare, sembra che bambini e adolescenti sperimentino una scarica di serotonina (il cosiddetto “ormone del buon umore”) quando riescono a raggiungere qualche traguardo online, sia che si tratti di vincere una partita, di avanzare di livello o, addirittura, quando il loro personaggio uccide qualcuno. Questa sensazione positiva, ovviamente, li porta a desiderare di continuare a giocare. In questo modo, generalmente, la loro abilità migliora e vincono di più ottenendo scariche di serotonina più frequenti… inutile che vi spieghi come questo porti ad una forma di dipendenza.
Non solo aspetti negativi
Non escludo che ci siano anche effetti positivi derivanti dall’utilizzo di questi dispositivi. Per esempio, giocare ai videogiochi favorisce, soprattutto nei più grandicelli, la prontezza di riflessi, la capacità di analizzare rapidamente una situazione problematica e altrettanto rapidamente trovare una soluzione. È anche vero che, durante il lockdown e la didattica a distanza, computer e tablet hanno permesso agli studenti di ogni fascia d’età di tenersi sufficientemente al passo con i programmi di studio, nonché in collegamento con compagni ed insegnanti. Le videochiamate hanno permesso alle famiglie separate dalla pandemia di tenersi in contatto e continuano a farlo, ad esempio, con i nonni che vivono lontani. E ci sono molte altre applicazioni utili e anche creative di queste tecnologie.
Questi aspetti positivi, però, non annullano quelle che sono delle conseguenze negative importanti dell’uso esagerato da parte dei bambini e dei ragazzi di smartphone, tablet e dispositivi video in generale.
Quali conseguenze negative?
Per cominciare, più tempo i vostri figli passano davanti ad uno schermo tanto meno fanno attività fisica. É una constatazione ovvia, ma le conseguenze sono serie: meno movimento significa meno calorie bruciate con il conseguente rischio di sovrappeso o addirittura obesità; non solo, meno i bambini si muovono più deboli diventano dal punto di vista muscolare con la conseguenza che si stancano più facilmente e sono ancora meno propensi a muoversi; inoltre, questa debolezza muscolare condiziona le loro abilità grosso-motorie, come il salto, la corsa, l’abilità di andare in bicicletta o di lanciare una palla e li porta ad assumere posture scorrette che in futuro potranno influire negativamente sulle loro abilità di coordinazione manuale più fine e sull’apprendimento dei movimenti corretti per raggiungere un buon livello grafico nella scrittura.
Il tempo impiegato nell’uso dei dispositivi elettronici non ha effetti solo sul fisico ma anche sul comportamento e sulle funzioni cerebrali dei bambini e dei ragazzi. Tanto per cominciare, si tratta di una fruizione per lo più passiva che non stimola e non prevede nessuna vera attività mentale, soprattutto quando parliamo di bambini molto piccoli. Inoltre, è stata osservata una correlazione tra il tempo passato da bambini e ragazzi davanti ad uno schermo e il calo di motivazione e concentrazione in qualsiasi tipo di attività o compito. Sembra anche che troppe ore impegnate nell’uso di dispositivi elettronici influenzino negativamente l’umore e il comportamento, portando bambini e ragazzi ad essere scontrosi, polemici e irrispettosi. Per certo, molti studi hanno rilevato una correlazione tra l’uso dei suddetti dispositivi e irritabilità, iperattività, difficoltà di attenzione, ritardo nell’apprendimento della lettura e scrittura. In particolare, nei bambini al di sotto dei tre anni anche ritardi nello sviluppo del linguaggio.
Per non dilungarmi troppo, ho fatto una veloce carrellata, neppure completa, dei possibili effetti negativi causati dal troppo tempo passato davanti ad uno schermo, quello che, con una pratica e sintetica espressione inglese, viene definito screen time. Esiste una vasta letteratura in materia, che riporta risultati di ricerche e pareri di eminenti studiosi, per chi fosse interessato ad approfondire. Ad esempio: https://www.auxologico.it/approfondimenti/sovraesposizione-bambini-schermi-tablet-smartphone
Cosa fare per evitare queste conseguenze deleterie?
Se quello che ho scritto in quest’articolo vi ha convinto o se eravate già preoccupati per il prolungarsi del tempo dedicato dai vostri figli ad ogni tipo di dispositivo elettronico, c’è una sola cosa da fare…. imporre una riduzione di questo tempo. Lo so, il problema è come farlo, come gestire le reazioni sicuramente non accomodanti e piacevoli dei vostri figli. Affronterò questo argomento in maniera dettagliata nell’articolo successivo, suddiviso per fasce d’età.