Come ridurre i tempi di esposizione agli schermi video – Da 0 a 10 anni

Photo by Tima Miroshnichenko on Pexels.com

Nell’articolo precedente ho parlato degli effetti negativi provocati in bambini e ragazzi da un’eccessiva esposizione ad ogni tipo di schermo. https://pedagogistapsicomotricista.com/2021/11/04/dispositivi-elettronici-gioie-e-dolori%ef%bf%bc/

Ho anche riportato la teoria secondo la quale l’attrazione per le immagini trasmesse in video avrebbe origine dal nostro processo evolutivo come esseri umani e ho anche spiegato come si crei un pericoloso effetto di rinforzo dovuto alla gratificazione data dalle scariche di serotonina che si verificano ad ogni traguardo raggiunto in un videogioco. Tutto ciò fa pensare che limitare il tempo che i bambini o gli adolescenti passano davanti ad uno schermo sia un compito arduo. In effetti, lo è! E lo è ancora di più ridurre questo tempo quando si è già arrivati a concederne troppo.

Chi ben comincia…

L’ideale, quindi, sarebbe partire con il piede giusto già dai primi anni di vita del bambino. Da 0 a 3 anni non dovrebbe entrare in contatto con nessun tipo di video perché in questa fascia d’età non c’è bisogno di una realtà virtuale, dato che si sta ancora facendo conoscenza con il mondo reale. Prima dei tre anni un bambino necessita di sviluppare le sue competenze interagendo con l’ambiente attraverso esperienze sensoriali che utilizzino tutti e cinque i sensi.

Come evitare l’attrazione fatale di smartphone e tablet? Molto dipende dall’esempio dato dai genitori: se questi si fanno vedere assorbiti dalla televisione, da un computer o da un telefono cellulare, sarà inevitabile che si accenda l’interesse per quei dispositivi nei loro figli. Sappiamo che a quell’età i bambini sono molto inclini all’imitazione, se vedranno spesso uno smartphone o un tablet in mano alla mamma o al papà finiranno per volerlo anche loro. Ovviamente, gli adulti hanno necessità di usare questi dispositivi e non possono evitarlo completamente. Vi suggerisco solo di essere il più discreti possibile: se riuscite, usateli meno che potete di fronte ai bambini e, per esempio, giratevi dall’altra parte se dovete rispondere a o fare una chiamata, nascondete le mani sotto a un tavolo se dovete inviare un messaggio… insomma, immaginate di essere adolescenti che vogliono evitare di farsi scoprire dall’insegnante a usare il cellulare in classe!

Come regolarsi, però, riguardo ai cartoni animati che riescono così bene a tenere tranquillo il vostro bimbo nei momenti critici? Fino ai due anni almeno sarebbero da evitare perché per il bambino sono solo immagini in movimento e suoni che non può contestualizzare e capire, con il rischio oltretutto che sviluppi un linguaggio basato sulla passiva ripetizione mnemonica di frasi assorbite da questi video, senza conoscerne il significato, a svantaggio di un vero linguaggio descrittivo e comunicativo.

Dopo i due anni, se proprio si vuole e se il bambino ha già sviluppato un livello di linguaggio adeguato all’età, si può iniziare con qualche cartone animato, adatto all’età, con immagini e ritmi molto tranquilli e rassicuranti. Però, non deve mai mancare la presenza dell’adulto che spiega e contestualizza le immagini, facendo anche domande al bambino su quello che succede nel video e sui personaggi, per tenerlo comunque ancorato alla realtà. Per fare un esempio, si può dire qualcosa del genere: “Che bello il coniglietto, vero? Cosa fa? Sta saltando?”. Fondamentale, in ogni caso, che i tempi di esposizione siano molto brevi, non più di 10 minuti consecutivi, per un totale massimo giornaliero di 15/20.

A quest’età, comunque, è sempre meglio, se possibile, intrattenerli con libretti da sfogliare e leggere insieme a loro e semplici attività di gioco manuale. Anche coinvolgerli nelle proprie faccende di casa può essere utile per tenerli occupati: in fondo loro sono sempre attratti da quello che stanno facendo mamma e/o papà. Per esempio, ci si può far passare la biancheria da stendere (almeno le cose non troppo grandi per loro), ci si può far aiutare a mescolare l’impasto di un dolce o gli si può dare un pezzetto di impasto del pane da lavorare o pasticciare… qualsiasi cosa, ovviamente non pericolosa, può diventare un’attività di gioco a quest’età.

Da 3 a 8 anni

in questa fascia d’età, mezz’ora di schermi video al giorno è il tempo massimo, ovviamente senza accesso a Internet. Queste sono indicazioni su cui sono d’accordo sia medici scienziati che pedagogisti e psicologi. La motivazione è che questa è una fase importante per sviluppare alcune capacità collegate all’immaginazione o alla motricità fine e per aumentare le competenze relazionali e sociali. Io allargherei questa fascia di età fino ai 10 anni, in considerazione di due fattori:

  • non tutti i bambini procedono con la stessa velocità nel loro percorso di sviluppo e maturazione;
  • al giorno d’oggi, già nella scuola primaria, i bambini usano tablet e computer per necessità di studio e ricerca di informazioni (senza contare la massiccia esposizione causata dalla pandemia da Covid-19 e dalla conseguente inevitabile didattica a distanza).

Come rimanere dentro questi limiti di tempo?

Lo si può ottenere attraverso regole chiare, trasparenti, essenziali. D’altra parte, fin da piccoli è importante iniziare a dare delle regole, che non devono essere viste come imposizioni o divieti, ma come basi educative che aiutino a regolare la vita in famiglia e fuori. Se volete approfondire questo argomento, vi suggerisco di leggere questi interessantissimi articoli: https://www.educazionequotidiana.it/pedagogia-quotidiana-per-genitori/perche-servono-le-regole/ https://www.educazionequotidiana.it/pedagogia-quotidiana-per-genitori/non-si-rispettano-le-regole/

Le regole vanno stabilite prima, inutile, ad esempio, dire “Basta!” e magari arrabbiarsi con il bambino che sta guardando un video da troppo tempo se non gli abbiamo spiegato prima tempi e condizioni.  Un modo molto pratico di fargli capire e rispettare il limite di tempo concesso è usare un orologio con sveglia o timer. Dopo aver impostato il tempo, gli si spiega che quando la lancetta arriverà alla posizione che scandisce la mezz’ora, l’orologio suonerà e vorrà dire che è tempo di smettere. Naturalmente, bisognerà prima spiegargli che stare troppo tempo davanti a uno schermo fa male ai suoi occhi e alla sua testa (con i più grandicelli si può anche usare il termine cervello e dare qualche spiegazione in più). Un discorso semplice e comprensibile da fare potrebbe essere il seguente: “So che a te piace tanto guardare i cartoni animati/giocare con il videogioco e che ti sembra di non stancarti. In realtà, anche se non te ne accorgi i tuoi occhi si stancano e la tua testa/il tuo cervello diventa sempre più stanca/o e pigra/o e così fa fatica a imparare cose nuove e interessanti.”

Come tutte le regole, anche questa va introdotta e spiegata con calma, dolcezza, ma al tempo stesso fermezza, prima che si presenti la situazione in questione e ricordata al momento in cui il bambino inizia a giocare. Vedi anche: https://www.educazionequotidiana.it/pedagogia-quotidiana-per-genitori/quale-atteggiamento-bambini-limportanza-del-decidere-calma/

Se il bambino non sta alle regole?

Se necessario, di fronte ad una eventuale opposizione, magari con crisi di rabbia e pianto, al momento di smettere, va accolta la sua rabbia e frustrazione. Però va anche ricordato con calma che c’è una regola di cui avete parlato e che lui ha accettato: “Lo so che non vorresti smettere di giocare perché ti piace tanto, lo capisco. Però, ti ricordi cosa ti ho spiegato? Eravamo d’accordo… ora ti senti un po’ triste e arrabbiato, ma se smetti subito domani potrai giocare ancora, altrimenti no. Dai che adesso facciamo un’altra cosa bella…”. E gli proponete un’altra attività piacevole che possa distrarlo e sollevarlo dalla momentanea frustrazione. È importante che, per quanto triste vostro figlio vi possa sembrare o per quante scenate possa fare, voi non cediate, pur sempre mantenendo la calma. Questo è fondamentale sia perché deve imparare che le regole vanno rispettate sia perché siete ormai consapevoli di quanto il concedergli tempo in più davanti agli schermi gli tolga in termini di salute fisica e mentale.

Altre strategie utili

È assolutamente importante evitare la presenza di dispositivi video nella camera dei bambini, anche quando sono semplicemente in carica. Inoltre, i momenti di gioco con questi strumenti devono avvenire in una stanza della casa in cui possano essere sotto il controllo di un adulto.

Può essere anche utile distinguere delle fasce orarie o dei momenti particolari della giornata in cui l’uso dei suddetti dispositivi è assolutamente escluso. Ad esempio, a tavola durante i pasti, durante riunioni o attività di famiglia, quando si esce per una passeggiata tutti insieme, … perché non è rispettoso verso gli altri componenti della famiglia, impedisce un vero dialogo e non permette di gustarsi la compagnia e le attività o il cibo.

È anche decisamente sconsigliabile, per i bambini che vanno già a scuola, dedicarsi ai videogiochi, o comunque ad attività con dispositivi video, prima di aver fatto i compiti. Questo perché, come ho già spiegato, l’attenzione e la capacità di concentrazione ne risulta penalizzata. Inoltre, l’uso di questi dispositivi tende a rendere più nervosi ed irritabili e, quindi, il loro uso è da evitare anche poco prima di andare a dormire.

Dando ai bambini queste regole e queste limitazioni, ovviamente accompagnate da spiegazioni adeguate all’età, li si porta (con molta calma e pazienza) a capire ed accettare di poter dedicare all’uso dei dispositivi video un lasso di tempo ridotto e circoscritto ad un preciso momento della giornata, ad esempio l’intervallo di tempo tra il completamento dei compiti e la cena.