Che ruolo ha la psicomotricità in tutto questo?

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La psicomotricità può dimostrarsi un utile strumento per aiutare bambini e ragazzi ad acquisire un buon rapporto con il proprio corpo, in termini di padronanza, accettazione e apprezzamento delle sue potenzialità, come anche un buon livello generale di autostima riferito a tutta la persona nel suo complesso.

D’altra parte, il più importante fondamento della psicomotricità è proprio la sua visione di corpo e mente come parti integranti di un tutto, costantemente in connessione e dialogo tra loro. Il lavoro sul corpo, attraverso il movimento, permette l’espressione di sé in un contesto mai giudicante, anzi incoraggiante e che favorisce la scoperta dei propri punti di forza. Di fatto, è sempre su questi che ci si basa in terapia psicomotoria, valorizzandoli e facendone il punto di partenza per l’accettazione, prima di tutto e poi per l’apprezzamento dell’unicità e del potenziale della propria persona.

In psicomotricità, il corpo non è solo considerato dal punto di vista biologico o funzionale, ma come il risultato di una complessa dinamica che sta alla base della rappresentazione di sé. È l’espressione dell’evoluzione della persona e delle sue capacità, ma anche il mediatore delle relazioni sociali perché è attraverso il corpo che si vive e si interagisce con l’ambiente circostante, sia inteso come luoghi e situazioni che come ambiente sociale. Quindi, partendo da una positiva relazione con il proprio corpo, si può arrivare ad agevolare anche le interazioni con l’ambiente e con le altre persone. Il modo in cui una persona percepisce e si rappresenta il proprio corpo, ha un ruolo centrale in psicomotricità. Qualsiasi intervento psicomotorio passa attraverso il canale corporeo, considerato come un tramite attivo tra la persona e il suo ambiente. Attraverso la sintesi delle informazioni e delle immagini che provengono dall’esterno e di quelle che derivano dal proprio interno, si forma la coscienza di sé, sulla base della quale si costruisce la personalità dell’individuo.

La terapia psicomotoria, grazie alle specifiche modalità relazionali tra psicomotricista e paziente, permette a quest’ultimo di scoprire e mettere in risalto le sue potenzialità, trovando un equilibrio tra possibilità funzionali e desiderio di azione. Usando attività senso-motorie, percettivo-motorie e cinestesiche può, ad esempio, favorire l’autocontrollo volontario. Inoltre, l’esperienza del rilassamento, che è parte integrante della terapia psicomotoria, facilita il riconoscimento e il riequilibrio delle reazioni emozionali.

Per questi e molti altri aspetti ad essa intrinsechi, la psicomotricità, sia che venga applicata a scopo terapeutico che preventivo, può essere un valido strumento per superare, dove necessario, eventuali difficoltà di relazione con il proprio corpo e una distorta percezione dell’immagine di sé, aiutando anche a migliorare il proprio livello di autostima.

In ogni caso, è sempre utile per favorire il raggiungimento di un buon equilibrio tra corpo e mente e la costruzione di un’immagine di sé al tempo stesso realistica e valorizzante.